5/3/2023

Parole di Pace..
…Parole di Pane

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Immagino questa Quaresima come una mano che estrae da una bisaccia semi e parole di pace. La mano è quella della Chiesa che ogni domenica si riempie di Parola di Dio e la semina ovunque, per chiunque. Non c’è alcun dubbio che la Parola di Dio – diversamente dalle nostre parole –  sia seme generatore di pace per i nostri cuori e per i nostri giorni. E’ una Parola però che cerca un terreno buono, capace di accoglierla, gustarla, meditarla, pregarla, farla fruttificare.

Non di solo pane vive l’uomo – ci ricordava Gesù nel vangelo di domenica scorsa – ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Quanto abbiamo bisogno della sua Parola! Se la accogliamo ci accorgeremo, piano piano, che essa promuove in noi sentimenti, desideri, progetti di pace.

Ecco perché sul sagrato della nostra chiesa abbiamo collocato la grande scritta Parole di Pace e abbiamo messo dei cestini in cui chiunque può prendersi un foglietto: in quel foglietto c’è proprio una sicura Parola di Pace perché si tratta di un versetto della Parola di Dio della domenica. Senza quella Parola di Pace le nostre parole di pace si riveleranno sterili

Ecco la proposta: una Quaresima in cui lasciarci cambiare dentro dalle Sue Parole.

 Per poi celebrare la Pasqua con … Parole di Pane.

Sul sagrato della nostra chiesa c’è anche la scritta Parole di Pane che ci ricorda che prima o poi la Pace deve trasformarsi in pane, in cibo di vita, in forza di solidarietà e di giustizia, in denuncia delle falsità che sorreggono tante decisioni inique per l’umanità. Dovremmo arrivare alla Pasqua rinnovati interiormente e solidarizzare con quel Gesù che ha trasformato il suo corpo in Pane di pace, in Cibo di fraternità e di amicizia tra i popoli, in Medicina per ogni nostro male.

 Forse guardando i telegiornali ci viene da pensare che la pace dipenda dalle decisioni dei “grandi” della terra. Non dimentichiamoci però che ciascuno di noi è protagonista della storia e che Gesù ci ha rivelato che i “piccoli” spesso costruiscono ben più dei “grandi”.

don Sandro